Protesi mammarie cosa sono? Le protesi mammarie sono dispositivi medici utilizzati nella chirurgia estetica o nella chirurgia della mammella per aumentare le dimensioni del seno (mastoplastica additiva), per modificare la forma del seno di una donna o per ricostruire il seno ad esempio dopo un intervento di mastectomia.
Come in caso di protesi dentarie difettose, se si verifica un danno a seguito di un intervento chirurgico con l’installazione di protesi mammarie è possibile procede alla richiesta di risarcimento danni malasanità: vediamo come.
Cosa bisogna sapere in caso di innesto di protesi mammarie
Preliminarmente è necessario ricordare che le protesi sono corpi estranei e che se mal posizionati o se di scarsa qualità possono recare danni al corpo o addirittura causare infezioni. È bene quindi rivolgersi ad un chirurgo plastico esperto e che operi con la massima attenzione e diligenza.
È inoltre necessario che la paziente effettui prima dell’intervento una visita senologica (mammografia-ecografia) per avere un riscontro della situazione preoperatoria.
In ogni caso chiunque intenda sottoporsi a tale intervento dovrà:
- informare il chirurgo di qualsiasi farmaco abbia assunto nell’ultimo periodo (ad esempio l’uso di cortisonici, contraccettivi, antidepressivi, cardioattivi ecc.);
- sospendere l’assunzione di alcuni farmaci contenenti acetilsalicilico;
- eliminare o ridurre il fumo almeno una settimana prima dell’intervento;
- segnalare eventuali patologie della pelle.
Consenso informato all’intervento
Per quanto attiene al consenso informato il chirurgo deve informare la paziente circa tutti i possibili rischi legati all’operazione e alla degenza postoperatoria (tra cui ad esempio la possibilità di avvertire dolore postoperatorio, l’eventuale comparsa di ecchimosi, eventuali residui anche se minimi di cicatrici, possibile alterazione dell’allattamento, riduzione della sensibilità, nonché la necessità di sostituire le protesi dopo circa 10-15 anni, in quanto soggette a deterioramento). Il chirurgo deve inoltre informare la paziente circa la possibilità che gli esiti dell’intervento potrebbero discostarsi anche in misura apprezzabile dai risultati sperati a causa di alcuni fattori quali la situazione specifica di partenza, la reattività individuale e la particolare consistenza dei tessuti.
Infine il medico deve consigliare alla paziente di sottoporsi a controlli di follow-up con cadenza variabile a seconda della condizione clinica della stessa.
Quando si verifica un danno causato da protesi mammarie
Si parla di danno quando l’intervento chirurgico sia mal riuscito ad esempio a causa di un mal posizionamento o nel caso di asimmetria delle protesi. Questa infatti deve essere inserita e posizionata correttamente a seconda della struttura fisica della paziente (ad esempio se la paziente è magra e le protesi vengono posizionate davanti al pettorale queste saranno estremamente visibili cagionando un danno estetico).
Si avrà inoltre un danno nell’ipotesi in cui la protesi sia realizzata con materiale scadente o tossico, come nel caso delle protesi PIP (ritirate dal mercato nel 2010) che venivano realizzate con silicone industriale, un materiale diverso da quello approvato per l’uso medico che non solo causava spesso la rottura delle protesi, ma era risultato essere anche cancerogeno.
Un possibile danno che la paziente può subire è dato anche dalla rottura della protesi, spesso dovuto ad un difetto di produzione o all’utilizzo di materiali scadenti e di bassa qualità, ma anche da un deterioramento progressivo delle protesi che devono essere sostituite dopo un certo lasso di tempo.
È chiaro che la durata della protesi dipende strettamente dalla qualità della stessa e dai materiali dai quali è composta. Per questo motivo è sempre bene diffidare della chirurgia low cost (interventi di mastoplastica additiva offerti a prezzi molto bassi) e rivolgersi sempre a professionisti esperti del settore che utilizzano protesi di alta qualità, resistenti e durature.
Cicatrici dopo l’aumento del seno
L’intervento di aumento del seno si esegue mediante l’introduzione di protesi nel seno della paziente attraverso un piccolo taglio o incisione che lascerà una cicatrice quasi impercettibile. Infatti, l’abilità del chirurgo, così come la posizione della cicatrice, garantiscono l’invisibilità quasi totale.
Per evitare false aspettative la paziente deve chiedere allo specialista di spiegarle concretamente come avverrà l’intervento, la forma delle incisioni e quali cicatrici rimarranno. Il chirurgo dovrà inoltre fornire alla paziente tutte le informazioni circa i metodi per ridurre al minimo la comparsa dei segni.
Si tratta di informazioni che devono essere date in modo tale che la paziente le comprenda perfettamente, dal momento che se dispone di queste informazioni potrà sapere cosa aspettarsi nell’immediato postoperatorio. Difatti, un ulteriore tipologia di danno può essere cagionata da una cicatrice troppo visibile che pregiudichi l’estetica di una paziente. Ricordiamo ai fini di un’esecuzione corretta dell’intervento chirurgico tra i doveri del chirurgo rientra anche quello di minimizzare il più possibile la cicatrice, che non deve essere eccessivamente visibile. L’obiettivo di ogni chirurgo plastico quindi è quello di ottenere una cicatrice che sia completamente accettabile dal punto di vista estetico.
Attenzione alle protesi testurizzate!
Una particolare attenzione deve essere prestata alle protesi testurizzate (o ruvide) il cui impiego è stato di recente fortemente sconsigliato in quanto diversi studi hanno fatto emergere un possibile legame tra tali protesi e l’insorgenza di un tumore raro (il linfoma anaplastico a grandi cellule).
Alcune protesi di questo tipo tra cui quelle Allergan, infatti, sono state recentemente ritirate dal mercato europeo. Anche altre aziende produttrici di protesi testurizzate hanno ritirato tali prodotti, tra queste ricordiamo ad esempio Politech, Arion, Sebbin che hanno sospeso la produzione delle protesi ruvide.
In Francia l’ANSM, l’ente governativo che si occupa della sicurezza dei farmaci e dei prodotti sanitari, ha invitato i chirurghi ad utilizzare preferibilmente le protesi lisce, in attesa di avere nuovi accertamenti scientifici su quelle ruvide.
Si raccomanda quindi a tutte le pazienti che abbiano queste protesi di svolgere controlli specifici per monitorare la situazione.
Risarcimento danno da protesi mammarie
Nel caso in cui l’intervento non sia stato eseguito correttamente (ad esempio il chirurgo ha impianto protesi troppo grandi o le ha posizionate male) nonché in caso di negligenza, diagnosi errata, intervento mal riuscito, sarà possibile chiedere il risarcimento del danno nei confronti del chirurgo che ha eseguito l’intervento e della struttura sanitaria presso cui ha operato. Nel caso in cui la protesi sia difettosa in quanto non fabbricata correttamente o con materiali scadenti si potrà agire anche nei confronti della casa produttrice che le ha realizzate.
Si potrà quindi chiedere il risarcimento del danno:
- patrimoniale comprendente il rimborso di quanto versato per il trattamento, il mancato guadagno dovuto alla convalescenza, nonché i costi necessari per la bonifica e la riparazione del danno subito;
- non patrimoniale sotto forma del danno di danno biologico (sia temporaneo che permanente), quello morale ed esistenziale subito (ad es. modifica dell’aspetto esteriore, perdita della possibilità di trovare un lavoro etc.).